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maby navone
l'artista
Maby Navone, genovese di nascita, vive a Sestri Levante esattamente tra Portofino e le CinqueTerre.
Le finestre della sua casa sono a diretto contatto con il mare e fanno da amplificatore al canto delle acque, mutevole ma ripetitivo, carezzevole o minaccioso, che porta con sé il lamento di questa grandiosa mobilità oggi “in pericolo“ aggredita com’è dall’uomo che irresponsabilmente continua a farne scempio.

Dopo ogni mareggiata Maby Navone percorre le spiagge e sceglie fra la massa di rifiuti che le ondate depositano i pezzi , gli oggetti e i frantumi di plastica: si tratta di oggetti rifiutati prima dagli effetti del consumismo e poi dal mare stesso il quale, come scriveva Eugenio Montale, ”Sbatte sulle sponde le inutili macerie del suo abisso“ ma per Maby questi oggetti sono addirittura preziosi.

Verranno incastonati nell’opera con grande attenzione perché gli oggetti desueti non sono più cose anonime, ma “soglie” che facilitano la comprensione del reale.
 
Infatti fin dal tempo dei Dada, del surrealismo, della Pop Art l’artista ha messo in moto una serie di provocazioni per dimostrare che i RESIDUI della MODERNITA’ si rovesciano nei valori del presente.

Sappiamo dunque che il NUOVO intrattiene uno stretto rapporto con gli accumuli di scarti, di macerie, di residui che invadono il mondo e le nostre stesse case che vanno sempre più somigliando a delle WUNDERCAMMERN.

L’artista tuttavia si veste da collezionista che cerca e accumula ciò che le serve per raccontare simbolicamente la realtà e i suoi drammi, come già è avvenuto nel secolo scorso dove gli oggetti non sono più funzione del sociale ma una testimonianza dei modi di vita.

Essi vengono separati dalla loro condizione d’uso per trasformarsi in “testi” da interpretare.


L’effimero è la verità del moderno.
maby navone in studio
 
COYRIGHT 2012